Il camerino virtuale di Rebecca Minkoff

Ovvero come cambieranno i nostri acquisti tra reale e virtuale

B Human
Essere digitali

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Abbiamo avuto già modo di parlare di come i punti vendita, on line e fisici, una volta rigidamente separati, stiano progressivamente cambiando

Talvolta storici marchi della vendita on line cercano un punto di approdo nel mondo fisico, Amazon Go o –secondo alcune fonti- Zalando; talvolta dotando i luoghi fisici di tecnologie virtuali, per pagare velocemente e senza cassa, godere di sconti ricevuti in prossimità o per esperienze di acquisto “aumentate”.

L’esperienza che non c’era

Per esperienze di acquisto “aumentate” si intende esperienze di acquisto in negozi fisici nei quali venga impiegata la realtà aumentata o virtuale. Questo trend, che sposa d’altra parte l’idea che ormai l’acquisto fisico debba essere per il soggetto un’esperienza sempre più significativa e completa, non è come si potrebbe pensare in fase embrionale, ma è già una realtà concreta che ha notevoli esempi. La realtà aumentata in tutti i casi nella quale è stata per ora adottata serve per dare informazioni maggiori ai clienti e a servirli meglio. Sebbene si possa immaginare che possa –forse in futuro- sovrapporsi in parte al lavoro dell’addetto alle vendite, in realtà per ora mira a dare un qualcosa che prima semplicemente non esisteva.

Il camerino virtuale

L’esempio migliore di questa esperienza “aumentata” che prima non esisteva, è sicuramente il camerino virtuale di Rebecca Minkoff che mixando l’esperienza di acquisto reale a quella che possiamo fare su un canale e-commerce, non a caso è in partnership con E-Bay, offre all’azienda una grande quantità di informazioni e dati sui propri clienti, e ai clienti un servizio migliore. Come? Facendo leva su schermi interattivi posti nel negozio e nei camerini di prova. Il camerino di prova, che tante volte si rivela l’anello debole del retail, tra code, assistenti che non assistono, taglie sbagliate, e via dicendo, diventa invece nel negozio di Rebecca Minkoff, un grande punto di forza. Nell’esperienza dello store di Soho a New York, questo ha permesso di triplicare le vendite, modificare la collezione seguendo le preferenze e gli abbinamenti suggeriti dai clienti, aiutare gli assistenti di vendita, programmare attività marketing evoluta e mirata e collezionare una valanga di dati.

Credit Jennifer S. Altman for The New York Times

Uno specchio per le mie brame

Facciamo un passo indietro. Come può essere tanto rivoluzionaria una cabina di prova? Ipotizziamo di aver scelto qualche capo di abbigliamento da provare. Automaticamente, tramite tag RFID quando entriamo nel camerino di Rebecca Minkoff, ciò che abbiamo selezionato appare sull’enorme display a specchio che abbiamo davanti. La navigazione, che è avviabile se inseriamo il nostro numero di telefono, ci consente di selezionare un’altra taglia o un altro colore dell’abito che stiamo provano oltre a visualizzare e poter scegliere tutti gli abbinamenti suggeriti, con altri vestiti e con tutti gli accessori. Questa nuova selezione di prodotti da indossare ci viene portata dall’assistente alle vendite senza dover uscire dal camerino. È evidente che l’esperienza mette insieme il meglio dell’e-commerce, per navigazione, scelta, suggerimenti e il servizio del retail normale. Inoltre avremo, come clienti, sempre a disposizione lo storico dei nostri acquisti e in futuro, annunciando il nostro arrivo, potremo avere un servizio ancora migliore. La contropartita, naturalmente, consiste nella mole incredibile di dati che il negozio colleziona sui suoi clienti. Ciò che hanno comprato, ciò che in fase di prova hanno scartato, oltre alla frequenza delle visite, abbinamenti scelti, colori preferiti e via dicendo.

La sottile linea tra virtuale e reale

Il confine dunque tra retail fisico e virtuale è sempre più sottile e ci aspettiamo che le esperienze di acquisto siano sempre più coinvolgenti e ibride tra questi due mondi. Questo trend, evidente nell’esperienza dello store Rebecca Minkoff , è confermato da tanti altri esperimenti in via di test o già avviati, nei quali realtà aumentata e virtuale servono da ponte per collegare i servizi fisici a quelli on line, legando il consumatore al marchio grazie a servizi ed esperienze ad alto contenuto aggiunto.

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