Perché utilizzare il metodo didattico adattivo?

Come l’apprendimento dovrebbe essere adattato al singolo individuo

B Human
Essere digitali

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L’evoluzione tecnologica va di pari passo con le nuove metodologie didattiche: ecco che allora si parla di adaptive learning.

Con il termine di insegnamento adattativo si vuole indicare l’insieme delle soluzioni tecnologiche e metodologiche finalizzate a personificare il più possibile l’esperienza di apprendimento, la quale deve necessariamente essere mirata a creare un insegnamento su misura delle sue esigenze, delle necessità e, talvolta anche, delle curiosità di ciascun allievo.

Di fatto, un insegnamento mono-didattico non è capace di coinvolgere e stimolare tutti gli studenti: è l’apprendimento che deve essere adatto al singolo allievo, o quanto meno cercare di adattarsi ad ogni studente, e non viceversa.

Sempre più quadri di istruzione nazionali, come il Teaching Excellence Framework nel Regno Unito, hanno lo studente al centro del sistema didattico.

È un dovere per tutte le istituzioni trovare i modi per personalizzare l’apprendimento degli studenti e massimizzare in maniera esponenziale le loro possibilità di successo.

Metodo didattico adattativo: come introdurlo nel programma di apprendimento

Ma come sarebbe possibile soddisfare le differenti esigenze degli studenti al fine di supportarli e guidarli nel raggiungere i migliori risultati possibili?

L’apprendimento adattivo potrebbe essere la soluzione.

Esistono due modi per pensare all’apprendimento adattivo: si può porre attenzione sull’ambiente di apprendimento, il quale controlla l’adattabilità dell’insegnamento e dell’apprendimento, oppure ci si può focalizzare sulle preferenze personali dello studente, il quale, esercita quindi, il controllo diretto dell’adattabilità del metodo didattico.

Fonte: Blackboard.com

È chiaro però che i migliori risultati si ottengono con una miscela di questi due approcci, convergendo i punti focali e finalizzandoli all’obbiettivo didattico.

Ad esempio, pensiamo ad alcuni dei fattori che l’ambiente di apprendimento può prendere in considerazione per personalizzare l’apprendimento, quali conoscenze pregresse, livello di coinvolgimento del corso di insegnamento e prestazioni misurate tramite risultati di test.

Questi fattori possono essere utilizzati per pre-programmare la tipologia e la sequenzialità delle attività di apprendimento e, più in generale, della vera e propria didattica.

La programmazione può essere abbastanza sofisticata da rilevare i cambiamenti nel comportamento degli studenti lungo il percorso e offrire a questi percorsi di apprendimento diversi, basati, quindi, su esigenze personali ed individuali.

Fonte: Blackboard.com

Oltre a questo, potremmo aggiungere l’utilizzo per gli studenti tutti quegli strumenti che possono personalizzare il loro metodo apprendimento, un esempio potrebbe essere quello di selezionare una tipologia di metodo di studio diversificata che possa avvalersi della navigazione lineare anche attraverso i materiali del corso o utilizzando un approccio di concetti correlati.

O ancora si può dare allo studente la possibilità di scegliere con chi lavorare costituendo quindi un gruppo didattico e formativo, in cui ogni singolo elemento collabori per raggiungere il miglior risultato possibile, gettando di fatto le basi per permettere agli studenti di comprendere le particolarità delle interazioni sociali, finalizzandole all’obiettivo comune dell’apprendimento.

Come l’esperienza di apprendimento adattativo si è sviluppata nel tempo

Il metodo didattico adattativo non è però una recente invenzione.

Già negli anni ’60 si possono riscontrare le prime esperienze in cui la didattica si è avvalsa dell’uso dei personal computer, attraverso dei software didattici che proponevano allo studente esercizi, in genere domande a risposta a scelta o multipla, con percorsi che si modificavano a seconda delle scelte, e quindi delle risposte, fornite dall’allievo stesso.

Stiamo parlando del cosiddetto CAI, ovvero Computer Assisted Instruction, rivolto ad uno studio individuale che si adatta alle esigenze del singolo studente.

Fonte: Blackboard.com

Quello che si instaurava era quindi percepito dal fruitore quasi come un rapporto alla pari di uno ad uno e l’adattività era intesa come individualizzazione del percorso basata su strategie di stampo comportamentista che permettevano lo sviluppo di attività critiche o riflessive.

Con in passare degli anni le tecniche metodologiche e così come anche i software si sono affinati, e quindi è stato possibile il passaggio intorno circa agli anni ‘80,dal CAI al CBT.

Il CBT, ovvero il Computer Based Training, consente al fruitore di utilizzare il personal computer prima come un essenziale strumento di training e subito dopo come un vero e proprio mezzo di lavoro, permettendo non tanto di acquisire continuamente nuove nozioni, ma soprattutto di apprendere tutte informazioni e competenze proceduali finalizzate all’apprendimento complessivo di una particolare disciplina.

Fonte: Blackboard.com

L’utilizzo di queste strategie di insegnamento, integrate con strumenti multimediali (quali ad esempio immagini, video, film, contenuti in rete, ecc.), aprono interessantissime prospettive nella didattica, in particolar modo tornano ad essere focalizzanti per l’apprendimento di lingue straniere, o di particolari calcoli aritmetici, discipline in cui il continuo esercizio risulta essere di fondamentale importanza.

Cosa cerca uno studente? Quali potrebbero essere i limiti dell’adaptive learning

Il punto principale per la valutazione di tali metodi didattici è la qualità del feedback rivolto allo studente.

Infatti, l’apprendimento adattivo, pur aumentando il coinvolgimento degli studenti, non copre tutti i loro bisogni.

L’interazione diretta e di persona con i loro insegnanti continua ad essere molto ricercata dagli studenti, soprattutto quando si tratta di ricevere feedback sul proprio lavoro.

Il più grande livello di insoddisfazione degli studenti è ricondotto alla mancata o approssimativa valutazione del loro operato ed all’impersonale feedback ricevuto a seguito.

Fonte: Blackboard.com

Ma oggi giorno le classi, fisiche o virtuali, sono costituite da molti più studenti di un tempo: il numero medio di allievi per ogni classe è di circa 30, per non parlare degli ambienti universitari dove si contano classi anche di 200–300 persone.

Come può, quindi, un insegnante raggiungere in maniera efficace somme come 400 studenti?

Ancora una volta, la tecnologia, questa volta sotto forma di analisi dell’apprendimento, può svolgere un ruolo chiave per ridurre al minimo il rischio di demotivazione degli studenti a causa della percezione della mancanza di sufficiente attenzione individuale.

Analisi di rischio automatizzate in background per esaminare quanto stiano facendo gli studenti oggi e quanto possano essere performanti e coinvolgenti nel breve o medio termine, forniscono un altro modo per insegnanti e tutor di individuare quali studenti necessitano di un’attenzione di tipo extra in qualsiasi particolare momento, rendendo più pratico impegnarsi con gli studenti a rischio, agendo quindi in maniera tempestiva e dando loro un tipo di attenzione individuale.

Molte aziende del settore stanno investendo molto in questo tema: un esempio è quello di Blackboard, che con la sua esperienza pluriennale offre servizi di prima qualità.

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